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Ho intervistato Carlotta Zuccaro per capire, insieme a lei, i profili psicologici di chi frequenta i Festival.

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Carlotta Zuccaro

Carlotta si occupa di musica a tutto tondo: ha lavorato come ufficio stampa (Heineken Jammin Festival 2012, Sanremo 2012, Wind Music Awards), come booking, segue direttamente alcuni artisti (The Cyborgs), ha lavorato nella produzione di X-Factor, e lavora a vari Festival: Balaton Sound, Sziget e l’Home Festival che si svolgerà a Treviso dal 3 al 6 Settembre 2015.

Sintetizza così il suo lavoro:

Io porto divertimento, cultura e libertà; credo molto nel valore formativo della musica sull’individuo.

I Tratti di Personalità

La nostra personalità ha caratteristiche abbastanza stabili e specifiche: chi più estroverso, chi meno, chi più narcisista, chi più sospettoso.
Si chiamano appunto tratti; ognuno di noi ha dei tratti che emergono più degli altri e ci definiscono; non è assolutamente patologico, è la normalità; solo quando i tratti sono così estremi da creare problemi a sé e agli altri si parla di disturbo; quindi leggete le definizioni che darò come ipotesi di caratteristiche e non di malattie.

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1. Il Fan puntuale

Quello che viene per LA SUA band, che guarda con gli occhi innamorati ai suoi artisti preferiti, che quando incrocia l’organizzatore dice “Grazie” per aver invitato proprio quel musicista. Qui il tratto di personalità ossessivo/preciso forse emerge più di tutti.

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2. Il festival Lover sulle nuvole

Chi gira nel festival e magari neanche si avvicina ad un palco; prende il sole, legge un libro, ascolta un reading, spensierato. Vive l’atmosfera da festival. Si perde, senza farsi male, nell’esperienza. Forse un po’ sulle nuvole (tratto di personalità schizotipico).

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3. Il Sorpreso

Chi si trova a pogare e non l’ha mai fatto, chi a ballare la musica balcanica che pensava di odiare. In lui scatta la partecipazione. Si butta, prova, si stupisce dell’esperienza; è il tratto timoroso che si lascia andare e scopre nuove cose di sé e del mondo.

4. L’Innamorato

Ai festival sbocciano amori come se piovesse; è un mondo a parte, parallelo, dove ti succedono cose che nel quotidiano non avvengono. Così le passioni si accendono veloci, magicamente. Un piccolo delirio positivo di emozioni (vedremo se tornati alla normalità l’amore regge).

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5. L’Estremo

Gente che si traveste da Carnevale, con la pelliccia e ci sono 40 gradi.
Gente che salta, balla e canta alle 4 di mattina, fa le capriole (senza aver assunto droghe).
Gente che va in giro con un cartello “regalo abbracci”.
Forse qui la voglia di stare al centro dell’attenzione emerge più di tutto (tratto istrionico).

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6. Il Bambino Libero

Sotto la pioggia, sotto la tempesta danza e si rotola nel fango e abbraccia tutti e tutti si divertono; Woodstock e pace. Rispetto e non violenza.
Emerge uno specifico stato dell’Io: il Bambino Libero, la parte più autentica del nostro essere, che ci permette di giocare anche se siamo adulti.

Cos’è e cosa non è un festival

Secondo Carlotta,  quando si parla di festival, gli italiani tendenzialmente pensano al Festival di Sanremo, ma quella è una line-up, una rassegna.

In un festival non c’è solo un genere musicale; inoltre ci sono diverse esperienza, non solo musicali: altre forme d’arte, cibo, dormire, semplice poter stare lì e socializzare.

La ringraziamo per la bella intervista e speriamo di vederci/vedervi presto su a Treviso.

Dr. Romeo Lippi

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