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Negli ultimi anni la ricerca in campo medico e farmaceutico sta progredendo in maniera rapida e sempre più spesso le evidenze scientifiche confermano l’importanza dell’utilizzo di strumenti alternativi: quelli musicali.

Dapprima mediante l’osservazione, poi attraverso studi e ricerche, si è giunti alla conclusione che l’utilizzo della musica come cura è un efficace strumento terapeutico da affiancare alle cure tradizionali.

Negli ospedali degli States lavorano già circa 6500 musicoterapeuti, che si prendono cura dei malati in vari modi: curandone l’umore, riducendo il loro dolore e favorendone la riabilitazione.

La musica come cura per l’anima

L’effetto più evidente della musica come cura per l’anima è la capacità di rallegrare i pazienti e di offrire loro una valvola di sfogo.

Essere ricoverati in un reparto di ospedale non è sicuramente un’esperienza piacevole, nonostante negli ultimi anni si faccia molta attenzione a rendere le corsie più familiari ed accoglienti.

A volte per migliorare la degenza basta poco e la musica può aiutare a strappare un sorriso, far passare il tempo e creare relazioni.

Gli effetti positivi sull’umore della terapia musicale sono osservabili anche senza apparati sperimentali e per averne la riprova basta recarsi al Massachusetts General Hospital dove Lorrie Kubicek, insieme ai suoi piccoli pazienti, dà il benvenuto ai visitatori con la hit Welcome to the 8th floor: We are always here.

In un’intervista Lorrie ha affermato: “Utilizzo gli strumenti e la musica per aiutare i bambini a sentirsi a loro agio, per distrarli dal dolore e per dargli modo di esprimersi. Ho sentito dei genitori dire Wow, è la prima volta che ho visto mio figlio sorridere da quando è in ospedale

Il bello dell’intervento di musicoterapia nel setting ospedaliero è che può prendervi parte chiunque a prescindere dalle abilità musicali, dall’età, dalle abilità cognitive e da qualsiasi possibile barriera di linguaggio.

Ma l’effetto terapeutico della musica non è soltanto un effetto placebo: uno studio di Bittman e dei suoi collaboratori ha evidenziato che suonare uno strumento riduce i livelli di stress meglio della lettura e può aiutare i pazienti affetti da disturbi cardiovascolari.

Uno studio della McGill University ha invece trovato sperimentalmente che la musica funziona meglio dei farmaci nel ridurre l’ansia prima di un intervento chirurgico.

Sentire meno dolore con la musica

Bisturi e chitarra: la musica come cura all'interno degli ospedali

In questo articolo avevamo visto come cantare insieme ci permetta di aumentare le soglie del dolore, ma la riduzione della sensibilità agli stimoli dolorifici è stata dimostrata anche nelle stanze degli ospedali.

Anche lo studio di Hole e collaboratori afferma che

la musica è un antidolorifico sicuro, non invasivo ed economico: può infatti aiutare i pazienti a ridurre il dolore e l’ansia nel periodo post-operatorio.

A tale riguardo J. V. Loewy, direttore del The Louis Armstrong Center for Music and Medicine sostiene che cantare o suonare il blues può cambiare la percezione del dolore. Inoltre l’associazione tra l’effetto della musica e quello dei farmaci è in grado di azzerare il dolore.

Musica e riabilitazione

Un altro ambito in cui si può utilizzare la musica come cura è la riabilitazione: vari studi ne hanno dimostrato l’utilità terapeutica nel recupero funzionale.

Ad esempio l’Alzheimer’s Foundation of America ha redatto delle linee guida da seguire per la terapia musicale con coloro che sono affetti dall’Alzheimer e da altri tipi di demenza: la musicoterapia è in grado di ridurre l’agitazione indotta dallo stress, stimolare interazioni positive, coordinare le funzioni motorie e facilitare le funzioni cognitive.

A Boston i ricercatori di MedRhythms hanno messo a punto dei training riabilitativi di Neurologic Music Therapy con cui aiutano le persone colpite da ictus e recuperare le capacità di linguaggio o a riprendere a camminare.

Fin qui la musicoterapia, conosci invece la Songtherapy?

Senza dubbio nuovi studi ci aiuteranno a conoscere meglio il funzionamento del sistema nervoso e i molteplici modi in cui la musica lo influenza attraverso le sue varie componenti.

Magari un giorno il medico ci prescriverà delle playlist e anziché andare in farmacia potremo comprare dischi!

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