Cari amici musicisti, vi è mai capitato di rendervi conto di finire i vostri soldi o di indebitarvi per strumentazione?
Nonostante questo sentire l’impulso di comprare attrezzatura musicale, ancora, e ancora?
Controllare continuamente le offerte di “mercatino musicale” su “aggeggi” che in realtà non vi servono così tanto?
La Gear Acquisition Syndrome (G.A.S.) meglio conosciuta come “Sindrome da acquisto compulsivo di strumentazione tecnica”, può essere classificata, in gergo da psichiatri, nella grande categoria del “Disturbo del controllo degli impulsi e della condotta”, una specie di shopping compulsivo che riguarda l’attrezzatura tecnica.
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Noi ci interesseremo di quella dei musicisti, anche se se ne parla per tantissimi settori (fotografia, informatica…).
Il G.A.S. non è ancora stato riconosciuto come un disturbo da dipendenza comportamentale (mentre sindromi come il sesso compulsivo e la cleptomania sono stati classificati http://goo.gl/oIioLX), ma la sindrome da G.A.S. ha tutte le caratteristiche per attirare la nostra attenzione.
Dai plettri in su: alla ricerca del suono perfetto
Si può iniziare da adolescenti, cominciando dalla semplice sostituzione di plettri, da quello più spesso a quello più grande, e così via.
Guarda il mio video sui rischi del musicista:
Gradualmente si passa alla sostituzione degli effetti a pedale perché ne esiste sempre uno migliore di un altro che è stato già sperimentato in precedenza.
“Questo è un usato in buono stato, lo prendo”
ci si dice, e molto spesso quell’occasione prenderà il posto di un altro pedale che si pensi sia un’affare migliore di quella precedente: eppure si era convinti di aver raggiunto il “suono perfetto”!
In maniera irrefrenabile si passa all’amplificatore e poi alla chitarra: il chitarrista sfrutta ogni entrata finanziaria per la sostituzione di questo o quest’altro pick up, fino all’acquisto di una chitarra nuova (nella migliore delle ipotesi, e delle finanze!).
È possibile arrivare a possedere una gran quantità di strumentazione, senza farne minimamente uso reale, si crede infatti esageratamente nel potere della macchina, unico detentore della verità: il suono perfetto.
A livelli macro la G.A.S colpisce spesso tecnici del suono. Grandi o piccoli fonici di mastering sono strettamente devoti alla strumentazione professionale rispetto alla scelta di uno o di un altro software da acquistare, dove si parla di cifre in Euro non certo ad uno zero solo.
Esorcizzare il suono cattivo
È probabile che sotto la GAS si nasconda il desiderio del chitarrista di esorcizzare la fuoriuscita di un suono “cattivo” dal proprio amplificatore o dal proprio disco, che in primis però deriverebbe dalle proprie mani, dalla propria testa e dal proprio cuore, non certo dallo smanettare fra cavi più o meno spessi o amplificatori a valvole anziché a transistor.
Ecco il corto circuito: la performance musicale sarebbe così maggiormente compromessa, perché focalizzata solo sull’attrezzatura e poco sulla propria capacità musicale, una gran bella fregatura!
L’esempio di Jimy Hendrix
Il buon Hendrix faceva uso sempre solo di alcune chitarre, due pedali (un “povero” fuzz, un “misero” wha) e qualche amplificatore figo per sperimentare; consapevole (o forse no) che la propria arma vincente era la musica che aveva dentro. Certo erano altri tempi: ma ci servono davvero tutti questi gear che stiamo comprando?
Ci servono VERAMENTE?
Qualche ricerca scientifica sul GAS
La letteratura scientifica ha proposto qualche piccola ricerca sulla sindrome di cui stiamo parlando, meglio noto con il termine Oniomania e che non riguarda come dicevamo solo i musicisti ma tutti coloro che fanno shopping compulsivo di attrezzatura tecnica (http://goo.gl/0hRMLr).
Quest’articolo di Jhanjee e colleghi (2010) spiega che l’impulso morboso di chi presenta questa difficoltà, è stato associato all’ipotesi che la dipendenza è un comportamento appreso e nel gesto dell’acquisto il soggetto sperimenta gratificazione.
In psicologia ciò prende il nome di strategia di coping, una strategia che in questo caso è inadeguata perché rinforza il comportamento-disturbo (Jhanjee et al., 2010, p. 147). Sono stati riportati inoltre nell’articolo, anche i criteri diagnostici per l’acquisto compulsivo, già elaborati da McElroy Sl et al. nel 1987:
L’accanimento compulsivo nell’acquisto della strumentazione è caratterizzato dall’impulso di acquistare in maniera inconsapevole questo o quell’altro aggeggio nascosto dietro la maschera del
“questa chitarra è una limited edition”
oppure
“un pedale a un prezzo così basso non lo trovo da nessuna parte”.
Ciò provoca un’attivazione stressogena non indifferente con possibili implicazioni rilevanti sul piano sociale ed economico del soggetto.
ATTENZIONE A FACILI DIAGNOSI!
Se vi riconoscete in qualcuna delle caratteristiche descritte non siete “malati”; le diagnosi lasciamole agli esperti (psicologi, psichiatri, psicoterapeuti), in caso di dubbi però, potete contattarci.
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Bibliografia
APA. (2013). DSM-5. Diagnostic and statistical manual of mental disorders. Fifth edition. London: Washington DC American Psychiatric Publishing.
JHANJEE, A. et al. (2010). Oniomania – Successful Treatment with Fluvoxamine and Cognitive-Behavioral Psychotherapy. Delhi Psychiatry Journal, 1, vol.13, 147-149, in http://goo.gl/0hRMLr (19/12/2016).
PIQUET-PESSÔA, M. et al. (2014). DSM-5 and the Decision Not to Include Sex,
Shopping or Stealing as Addictions. Springer International Publishing – Current Addiction Reports, 1, 172-176, in http://goo.gl/oIioLX (25/02/2016).