La musica è l’arte dell’organizzazione dei suoni nel corso del tempo e dello spazio.
La scienza è l’attività speculativa intesa ad analizzare, definire e interpretare la realtà sulla base di criteri rigorosi coerenti.
Musica E scienza.
La storia di Sarah: tra cuscini, note e Alzheimer
“La musica è un cuscino, la scienza un altro, il mio lavoro è nello spazio che separa i due cuscini”.
Sarah Faber, terapeuta musicale che ha utilizzato questa metafora spiegando la ricerca che le ha conferito la possibilità di guadagnarsi un master presso un’università in Finlandia; oltre che essere attratta dallo studio e dall’analisi della mente umana, è sempre stata amante della musica.
Suonava il flauto nella Chebucto Symphony Orchestra, così lavorando per un dottorato di ricerca ha scoperto che la sua vera strada risiedeva proprio in quello spazio tra un cuscino e l’altro, tra una passione e l’altra, tra note e psicologia.
La sua ricerca si basa sullo studio dell’improvvisazione musicale tra coppie di adulti sani, confrontandole con coppie di adulti più anziani e con soggetti affetti da Alzheimer. Per analizzare questi processi si serve di due scanner cerebrali e in una delle sue dichiarazioni afferma che concentrandosi sulla differenza presente tra adulti sani e adulti sani più anziani, ha riscontrato che il cervello in questi processi non subisce cambiamenti dati dall’età.
Lo diceva anche il famoso neurologo Oliver Sacks.
Sarah mossa dall’amore per il suo lavoro e per la possibilità che ha colto e abilmente sfruttato di unire due mondi che sembravano potessero viaggiare soltanto in parallelo, nonostante le difficoltà incontrate nel localizzare e individuare i processi che intervengono a livello cerebrale, continua le sue ricerche, in un momento, che sembra caratterizzato da venti favorevoli a questo percorso, nel quale grazie alle neuroscienze possiamo creare musica armonico dinamica e tramite i mezzi informatici e tecnologici abbiamo tutti libero accesso all’universo musicale.
Cantare per sconfiggere il male
“Las Voces de la Memoria” questo è il nome di un coro di una cinquantina di pazienti, tra i 50 e i 90 anni malati di Alzheimer, che hanno deciso in Spagna nel 2010 di imparare a cantare insieme per sconfiggere il male.
Tutto è nato dall’idea di uno studente che osservò, frequentando un centro di cura, come gli anziani
dimenticassero informazioni e parole ma sapessero ricordare alla perfezione le melodie di quando erano più giovani.
È così che in Spagna da una semplice idea nasce un’altra possibilità per gettare un ponte tra la musica e la scienza che nel 2015 porterà questo coro ad esibirsi anche per la regina Sofia di Spagna e a curarsi con le note.
Se è vero che i limiti della ragione sfuggono alla ragione come le sue possibilità, è vero anche che queste due storie sono solo la punta di un iceberg fatto di approcci innovativi che consentono il fluire della musica nella scienza e la pongono al servizio di essa,con risultati sorprendenti, che infondono curiosità per tutte quelle possibili innovazioni ancora nascoste sotto il livello del mare che aspettano soltanto di emergere per far rifiorire il rapporto tra la scienza e un mondo in continua e rapida evoluzione.
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Articolo di Giulia Bianca con supervisione professionale di Romeo Lippi
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